Difficil' è nell'onde acerbe, e crude, quando l'irato mar poggia, e rinforza, tener dritto il timone; ma non deve però esperto nocchier perder sì l'arte, che dall'ira del mar rimanga vinto senza opporsi al furor; chè spesse volte vinse l'altrui valor l'aspra tempesta. - Giambattista Giraldi Cinzio

sabato 11 maggio 2013

John Harrison e la longitudine

Verso la fine del '600 e l'inizio del '700, una problematica di grande rilevanza era rappresentata dall'impossibilità di calcolare la longitudine durante la navigazione. Tale situazione di incertezza e di pericolosità era particolarmente sofferta dagli inglesi, dominatori i mari con le loro flotte. 
Nel 1714 si costituì in Inghilterra una commissione che, con l'apposito Longitude Act, istituì premi di entità variabile per chi avesse inventato un cronometro marino in grado di determinare la longitudine con ottima approssimazione.
La "sfida" fu accettata da John Harrison (1693-1776), figlio di un falegname, il quale costruì il suo primo cronometro marino nel 1715, composto essenzialmente da parti di legno.

John Harrison

Nel 1735 egli presentò il cosiddetto number one, uno strumento massiccio azionato da due bilancieri, collegati da fili metallici in modo che i rispettivi movimenti fossero opposti l'uno all'altro, così da neutralizzare gli effetti del movimento della nave. 

Number one

Lo strumento fu sperimentato durante una traversata da Londra a Lisbona sulla nave "Centurion" ma, sebbene il risultato fosse positivo, la piccola differenza di longitudine tra le due località non ne garantiva le prestazioni. Dopo diciassette anni Harrison presentò il terzo esemplare.

Fu, quindi, sorprendente il suo quarto cronometro, il famoso number four, cronometro piatto del diametro di circa 12 cm, non molto diverso dagli orologi da taschino usati fino a qualche decennio fa.

Number Four

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